Maggio 2020: Ritorno alla tradizione, il Comfort-Food come era una volta

Lettore metti il tovagliolo al collo. Leggendo queste righe potresti ungerti.

 

Oggi parliamo della cucina mantovana, delle pietanze tradizionali (che mangiate da sole apportano il fabbisogno dell’intera giornata) e soprattutto dei piatti ricchi che stampano le tovaglie di patacche grandi come medaglie.

 

Che poi… è ancora la verità?

 

La cucina tradizionale negli ultimi decenni si è talmente trasformata, che anche noi non siamo più sicuri di ciò che è originale e ciò che è rielaborato.

 

Prendiamo ad esempio la questione “Burro”.

 

Conoscete ancora qualcuno che usi il burro come lo usavano le nostre nonne?

Io mi ricordo che la Nonna Silvana soffriggeva con il burro, condiva con il burro, nappava con il burro, mantecava con il burro; questo perché qui da noi in pianura, il burro era abbondante, veniva prodotto nei caseifici vicino a casa, era una risorsa più abbordabile dell’olio.

In fin dei conti, non è che il nostro territorio abbondasse (e abbondi) di uliveti.

 

Oppure pensiamo allo strutto, al lardo, all’agghiacciante margarina, tutti prodotti che sono stati (per fortuna) sostituiti con alimenti più salutari.

 

Credo che l’evoluzione delle ricette tradizionali sia un processo naturale: nel 2020 non siamo più in grado di mangiare come 100 anni fa… ma neanche come 60!

Sì perché non dimentichiamo cosa avvenne nel secondo dopoguerra, quando l’Italia rinasceva dalle sue ceneri e cominciava a conoscere i prodotti in scatola e l’industria conserviera si preparava alla scalata dei mercati.

 

Fortunatamente la mia famiglia è cresciuta in osteria e non si è mai imbattuta in carni in scatola, sughi pronti e paste industriali.

Noi qui abbiamo sempre mangiato i cappelletti della buonanotte, stessa ricetta del ripieno, stessa pasta sottile ma non troppo, stesse dimensioni: insomma una CERTEZZA.

 

E mai come in questo periodo burrascoso “il mondo ha bisogno di certezze”.

 

Per questo motivo dedichiamo il magazine di maggio ai nostri cappelletti.

Un inno alla tradizione, alla famiglia, alla riscoperta dei sapori antichi.

 

Molti di voi in questi mesi di marzo e aprile ci hanno scelto per pranzi e cene, ordinando dal menu delivery. Ebbene… vogliamo premiarvi con una piccola coccola che viene direttamente dal cuore.

 

Fino al 31 maggio, a tutti coloro che usufruiranno del servizio delivery, arriveranno a casa i CAPPELLETTI FRITTI!

Piccola digressione sulle origini: il cappelletto fritto è uno spuntino goloso che andava molto di moda negli anni ’80 durante il periodo della sagra paesana. E’ lo squisito antenato del moderno street-food, ma non avendo le caratteristiche di “pietanza vera e propria”, non lo abbiamo mai inserito nella carta dell’osteria, ma sempre e solo preparato per lo storico “Mercoledì dei fuochi” (l’ultimo giorno della Fiera di Luglio).

 

Oggi però lo riabilitiamo, e ve lo REGALIAMO!

 

Ma ATTENZIONE:

L’offerta (che scade il 31 maggio) è riservata soltanto ai DOGANIERI che hanno già usufruito del servizio delivery nei mesi di marzo e aprile 2020.

 

E’ il nostro modo per dirvi GRAZIE!

 

Grazie per averci sostenuto.

Grazie per aver continuato a credere in noi.

Grazie per averci fatto sentire utili (anche se non indispensabili, come dice qualcuno).

 Cliccando sul link, in pochi passaggi potrete consultare il nostro menu, scegliere la data, l’ora della consegna, inserire note e controllare sempre lo stato del vostro ordine.

In questo modo sarà più semplice per voi ordinare e più semplice per noi gestire le prenotazioni.

 

Aiutateci a diventare ancora più bravi e puntuali.

BASTA UN CLIC :-)

 

Ci rivediamo (LETTERALMENTE) il Primo Giugno con tante altre novità.

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